Mai come domani la fretta sarà cattiva consigliera. Guai poi a chi cammina troppo veloce: vigili armati di fischietto e «passo-velox» saranno pronti a multarvi, se vi aggirate per Milano. Consigliato sedersi ad un caffè, spegnere il cellulare e recuperare un po' di tempo libero, anzi «liberato» (dallo stress, dagli impegni, dal lavoro) perché domani, lunedì 15 marzo, è la Giornata Mondiale della Lentezza, e potete concedervi un po' di tregua senza alcun senso di colpa.
Per il quarto anno di fila, direttamente da Pavia, un manipolo di appassionati della vita slow è riuscito a lanciare una campagna mondiale a favore della tartaruga: L'arte del vivere con lentezza Onlus, fondata da Bruno Contigiani, un passato da manager metropolitano in multinazionali (Ibm, Telecom) e un presente tra i colli pavesi ad andatura lenta, ha lanciato anche quest'anno la sfida di una giornata a ritmo ridotto. E persino Shanghai, la città dalle mille luci, quella che non si ferma mai e che lavora 24 ore su 24 sette giorni su sette, ha accettato. Una delegazione italiana in questi giorni è in Cina per una serie di iniziative organizzate in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura della megalopoli cinese: sotto lo slogan «rallentare per uno sviluppo economico più in armonia con l'uomo e l'ambiente», ci saranno incontri (anche con il fotografo Gabriele Basilico, sullo sguardo «lento» della fotografia) e iniziative come «multe» ai passanti che andranno troppo di corsa, dibattiti sui comanda-lenti (ovvero: come prendere la vita senza ansie) e lezioni di tai chi, antica arte marziale. Come reagiranno i cinesi, abituati a macinare ore di lavoro senza alcuna pausa? Contigiani è fiducioso anche perché in passato l'esperimento ha funzionato: partita da Milano (che anche quest'anno vedrà in centro una serie di manifestazioni a favore della lentezza), la Giornata Mondiale della Lentezza è stata celebrata (ed è tutto dire) a New York e, lo scorso anno, a Tokyo.
Il senso dell'iniziativa, che anche quest'anno ha ottenuto ampie adesioni in tutta Italia con aziende, associazioni e liberi cittadini pronti a celebrare la lentezza a modo loro (basta visitare il sito www.vivereconlentezza.it) non è quello di provocare, ma di far riflettere. Letture, gare di «lentezza» in bicicletta o a piedi, la riscoperta di giochi dimenticati, lasciare a casa per un giorno l'orologio e/o il telefonino sono solo alcuni degli esempi delle attività proposte per celebrare la giornata.
Domani è lunedì, qualcuno si domanderà; ed è questa la sfida: provare a cambiare ritmo nel giorno più duro della settimana. Perché talvolta scalare una marcia e rallentare non è indice di stanchezza, ma di forza, un piccolo atto rivoluzionario per dedicare maggior attenzione a se stessi e a chi (o a che cosa: hobby, passioni) ci sta veramente a cuore.
Vivere slow - sebbene Contigiani, come spiega nell'intervista in questa pagina, all'inglese slow predilige l'italiano lentezza, termine più concreto e, appunto, più lento - può diventare una vera e propria filosofia di vita. L'editoria se n'è accorta e negli ultimi anni ha sfornato titoli «lenti» dalle vendite fortunate come l' «Elogio della lentezza» di Lothar Seiwert e Ann McGee-Copper o il saggio «E vinse la tartaruga» di Carl Honoré. Non a caso proprio in questi giorni il Saggiatore manda in ristampa, in edizione economica, un grande classico del genere: «Sul buon uso della lentezza» dell'antropologo Pierre Sansot che ci esorta tutti «a dare al tempo qualche chance in più».
Per il quarto anno di fila, direttamente da Pavia, un manipolo di appassionati della vita slow è riuscito a lanciare una campagna mondiale a favore della tartaruga: L'arte del vivere con lentezza Onlus, fondata da Bruno Contigiani, un passato da manager metropolitano in multinazionali (Ibm, Telecom) e un presente tra i colli pavesi ad andatura lenta, ha lanciato anche quest'anno la sfida di una giornata a ritmo ridotto. E persino Shanghai, la città dalle mille luci, quella che non si ferma mai e che lavora 24 ore su 24 sette giorni su sette, ha accettato. Una delegazione italiana in questi giorni è in Cina per una serie di iniziative organizzate in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura della megalopoli cinese: sotto lo slogan «rallentare per uno sviluppo economico più in armonia con l'uomo e l'ambiente», ci saranno incontri (anche con il fotografo Gabriele Basilico, sullo sguardo «lento» della fotografia) e iniziative come «multe» ai passanti che andranno troppo di corsa, dibattiti sui comanda-lenti (ovvero: come prendere la vita senza ansie) e lezioni di tai chi, antica arte marziale. Come reagiranno i cinesi, abituati a macinare ore di lavoro senza alcuna pausa? Contigiani è fiducioso anche perché in passato l'esperimento ha funzionato: partita da Milano (che anche quest'anno vedrà in centro una serie di manifestazioni a favore della lentezza), la Giornata Mondiale della Lentezza è stata celebrata (ed è tutto dire) a New York e, lo scorso anno, a Tokyo.
Il senso dell'iniziativa, che anche quest'anno ha ottenuto ampie adesioni in tutta Italia con aziende, associazioni e liberi cittadini pronti a celebrare la lentezza a modo loro (basta visitare il sito www.vivereconlentezza.it) non è quello di provocare, ma di far riflettere. Letture, gare di «lentezza» in bicicletta o a piedi, la riscoperta di giochi dimenticati, lasciare a casa per un giorno l'orologio e/o il telefonino sono solo alcuni degli esempi delle attività proposte per celebrare la giornata.
Domani è lunedì, qualcuno si domanderà; ed è questa la sfida: provare a cambiare ritmo nel giorno più duro della settimana. Perché talvolta scalare una marcia e rallentare non è indice di stanchezza, ma di forza, un piccolo atto rivoluzionario per dedicare maggior attenzione a se stessi e a chi (o a che cosa: hobby, passioni) ci sta veramente a cuore.
Vivere slow - sebbene Contigiani, come spiega nell'intervista in questa pagina, all'inglese slow predilige l'italiano lentezza, termine più concreto e, appunto, più lento - può diventare una vera e propria filosofia di vita. L'editoria se n'è accorta e negli ultimi anni ha sfornato titoli «lenti» dalle vendite fortunate come l' «Elogio della lentezza» di Lothar Seiwert e Ann McGee-Copper o il saggio «E vinse la tartaruga» di Carl Honoré. Non a caso proprio in questi giorni il Saggiatore manda in ristampa, in edizione economica, un grande classico del genere: «Sul buon uso della lentezza» dell'antropologo Pierre Sansot che ci esorta tutti «a dare al tempo qualche chance in più».
Il Giornale - 14 marzo 2010
1 commento:
verissimo, anch'io seguace della lentezza tendente all'ozio ...
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